LE 3  (o forse qualcuna in più) REGOLE del DIRIGENTE PD

In un mondo quasi dominato  dagli androidi,  possiamo costruire il dirigente PD di successo.

Ci sono delle caratteristiche fisiche, mentali e di dresscode da dovere assolutamente seguire.

Partiamo dagli studi. Il dirigente pd non deve necessariamente avere una laurea, ma almeno essere dipendente pubblico o privato di medio-alto livello, percependo uno stipendio intorno ai duemila euro al mese, oppure, avere una onlus, dove poter mascherare i propri fallimenti professionali.  Non si devono sporcare le mani, quindi no operai, no lavoratori dei campi e assolutamente no ai lavoratori delle così amate cooperative.

Di solito ha un dresscode piuttosto classico, da baciapile domenicale. Ha l’abito buono per gli eventi speciali, che, di solito adora sfoggiare sui social oppure nelle mille foto con i politici che arrivano in zona a rastrellare qualche voto, o per la comunione dei figli( e qui sto combattendo contro i conati di vomito incontrollati). La t-shirt con Che Guevara è sepolta dietro al vestito da sposa in fondo all’armadio e, in qualche occasione di pulizie generali, può diventare lo straccio per la polvere.

La preparazione politica, dettata dal rincoglionimento del politichino di turno, si è manifestata negli anni d’oro del sopra citato politichino, portandola/o a ragionare come un automa e mettere dei continui like ad individui di dubbia moralità e di scarso valore politico( spesso entrambi) a cui cercherà, in un momento di divismo, di offrire il proprio deretano  per infilare l’oggetto più appuntito che possegga.

Ma, se non hai quella puzzetta sotto al naso e guardi con un po’ di disprezzo quel pezzetto di società che intimamente chiami “miei amati inferiori”, non sei ancora pronto per essere un vero piddino .

Di solito, nei social, oltre le amate foto show, dispensano pensieri rigorosamente non richiesti e commentano qualsiasi fatto con pipponi post illeggibili, non solo per lo scarso contenuto d’idee, ma sopratutto perchè non frega un cazzo a nessuno dei tuoi pensieri. Meglio se pubblica i gattini o il buongiornissimo caffè.

Per concludere, questo nostro androide piddino, dobbiamo iniziare ad assemblare tutti i circuiti; mi raccomando i fili, sennò si rischia di creare cortocircuito e magari esce fuori un androide di sinistra, che dice e fa cose di sinistra.

IL VINO AMARO

The day after.

Sto leggendo commenti, rimproveri e riflessioni sulla schiacciante sconfitta del centrosinistra.

Molte persone non hanno ancora capito che la debacle elettorale non riguarda solo
PD, ma anche tutto il caravanserraglio dove partiti e partitelli hanno pernottato.

Giustamente, la forza trainante doveva essere il partito democratico, con segni agonici, sin dal primo giorno di campagna elettorale.

Allora ora cosa possiamo fare?

Mandare a casa Letta? oppure farlo diventare un Caronte sui generis, che traghetta un partito alle prossime primarie?

Il destino è segnato, chiunque accompagnerà il PD alle primarie deve avere il buon senso di iniziare un percorso a sinistra.

Personalmente simpatizzo per Elly Schlein e penso che in questo momento ci vuole un cambiamento radicale della classe dirigente.

I vecchi tromboni, non sanno più suonare, quindi meglio riporli in soffitta e dare la possibilità ai giovani d’iniziare una sinfonia politica che fondi progressismo, ambientalismo e socialismo.

Sempre, con la viva speranza che non si facciamo risucchiare dal vortice dell’ ambiguità strategica dettata sempre dai soliti noti.

Dobbiamo tornare ad essere sinistra, a fare cose di sinistra.

Per iniziare, ritornare a conquistare il nostro elettorato, composto da lavoratori, garantendogli il salario minimo e sostituendo il jobs act, il “troiaio” concepito dalla mente di Renzi, ancor peggio della legge Biagi.

Diritti civili, eh si! semplice esempio: dove i diritti civili sono più all’avanguardia, la società gode di uno status sociale-economico superiore. La conferma sono i paesi del nord Europa.

Ambiente, altro nodo cruciale per costituire una sinistra progressista. Puntare sulle energie rinnovabili. Siamo il paese del sole e non riusciamo ad avere un autosufficienza energetica? Mi inverosimile, soprattutto se prendiamo come esempio Malmo, cittadina svedese che del sole ne ha fatto una virtù energetica.

Naturalmente, sono solo riflessioni urlate, ma quel calice di vino che un lunedì uggioso, abbiamo bevuto, ha lasciato quell’amarezza di non aver fatto di più.

Ma il prossimo calice è ancora più pungente, siamo ancora qui, come mille altre volte a chiederci dove abbiamo sbagliato, la risposta è tra quell’amaro che ti lascia questo vino nelle labbra.

PISCIO NEL DESERTO

Manca davvero poco all’elezioni e seppur l’ottimismo potrebbe tenere a freno un  futuro catastrofico che all’alba di un lunedì autunnale potrebbe palesarsi, penso a tutti i slogan adoperati durante questa campagna elettorale.

Dal “Credo” di Salvini, che riporta ad una preghiera cattolica di sottomissione, al Dio, patria e famiglia della Meloni.

Ma davvero gli slogan elettorali sono così importanti da influenzare il voto?

Incominciamo dal Credo di Salvini, che si distingue dalla lega di un paio di anni fa, perché nel simbolo compare un’ ormai datata lega nord.

E cosi la retorica incomincia a riprodurre gli stessi programmi elettorali del fu Umbertone Bossi.

Autonomia, difesa dei confini, nucleare e flat tax.

Autonomia, no cari miei, Federalismo e che cavolo, chiamiamolo con il vecchio nome degli anni 90 e ricordiamoci che con questa parola ci stanno campando dal 94. Ad ogni elezione assume un ruolo diverso, che spazia dal federalismo estremista della Pontida del secolo scorso, al federalismo fiscale, tanto amato da tutti gli evasori fiscali, ma in quanto tali non pagherebbe neanche un cent di tasse lo stesso, poi arriva Salvini che ossessivamente cala la carta moderata del federalismo, ovvero dare più autonomia alle amministrazioni locali.

Sa un po’ di supercazzola, a dire il vero, perché come sancisce lo Costituzione, quel “papello” che i grandi statisti di destra vorrebbero cambiare, già si parla di autonomie locali, vedi articoli riguardanti le Regioni, le Province e per finire i Comuni.

Difesa dei confini. Adoro questo punto del programma leghista, perché mi ricorda una scena del film “Non ci resta che piangere”, dove un pover’ uomo chiedeva sempre dove andassero, quanti erano, cosa trasportava e il versamento di un fiorino.

Già ce lo vedo Matteuccio che a Lampedusa, sotto al sole cocente che ferma gli sbarchi, con la sola imposizione delle mani. Difendiamo i nostri confini, da persone che sono nate nel posto sbagliato del globo, ma che al loro arrivo diventano forza lavoro da sfruttare fino all’osso e se il caporale  potesse, rosichierebbe anche quello. Comunque, il buon Salvini con i suoi colleghi, si prodigheranno nella raccolta di pomodori nel campagne italiche, per due euro all’ora, in condizioni di estrema indigenza, aspettando di cadere a terra come lieto fine da una vita devastata da sopprusi, guerre e violenze.

Mentre tutto il mondo si prodiga a trovare una soluzione ecosostenibile per non avere più problemi energetici, lui, fa scopa insieme al Calendone panettone, con la frase “serve il nucleare”.

Vorrei ricordare che abbiamo votato contro il nucleare, quindi già la questione dovrebbe chiudersi qui, ma se ancora Calendone e Polpettone Salvini non se lo ricordassero, vorrei narrare in due righe cosa è successo a Cernobyl o cosa sta succedendo  Zaporizhzhia o se vogliamo dare un tocco orientale gli eventi di  Fukushima.

Il nucleare è un pericolo per l’uomo e il pianeta. Ma ci ricordiamo i bambini che arrivavano da Cernobyl, in vacanza in Italia, perché gravemente carenti di vitamina D e noi essendo il paese del Sole, li ospitavamo nelle nostre case?

Le giornate a Zaporizhzia, sono convulse. Il 25 agosto, i russi hanno temporaneamente scollegato la centrale dalla rete elettrica ucraina, rischiando di creare un disastro radioattivo lasciando la centrale senza i sistemi di raffreddamento a pieno regime. Ogni giorno, fino che questa stupida guerra non cesserà, saremo a rischio di catastrofe nucleare.

E’ vile puntare una campagna elettorale sul nucleare, convincendo gli elettori che avranno le bollette dimezzate.

E per finire la flat tax, la spina nel fianco del centro destra. Eh si! Tre partiti, tre idee sulla flax tax lontanissime una dall’altra.

Salvini e il cavaliere hanno un approccio che dovrebbe essere più incisivo e riguardare tutti i contribuenti, anche i lavoratori dipendenti. Il leader della Lega Matteo Salvini ha rilanciato l’idea di flat tax al 15% mentre Berlusconi aveva indicato un’aliquota del 23%.  La flat tax sarà nel programma dei cento giorni, è il punto più importante del programma, dichiara il ormai mummificato Silvio.

Però, mi chiedo come faranno ad attuare la flat tax se la Meloni, se vuole applicare immediatamente la flat tax al 15% solo sul reddito incrementale cioè sulla parte aggiuntiva di reddito prodotto rispetto all’anno precedente?

E per oggi mi fermo qui,

Domani alla sbarra, (scusate, la speranza di vedercela sul serio tra le sbarre è viva in me) ci finirà Giorgietta.

In questo turbinio di impressione ed espressioni, ricordiamoci che un bicchiere di piscio nel deserto, può sembrare champagne.

L’OMBRA DELLA SCONFITTA

Siamo al giro di boa. L’elezioni si stanno avvicinando e all’ orizzonte, non e’ da escludere un eventuale sconfitta da parte della sinistra, anzi del centro sinistra, in Toscana. Salvini afferma di voler vincere sette regioni su sette.

Lui ci spera e forse le sue speranze non sono neanche così illusorie come si pensa. Ma quello che mi stupisce di piú é l’immobilismo della sinistra. Una lista dai soliti nomi, da quella politica vecchia e stantia, che in tempi non sospetti ha portato al crollo di regioni schierate sempre dalla parte mancina. Allora la domanda sorge spontanea, ma  la sinistra é ancora capace di fare politica per la gente, o il centro destra ha  preso questo spazio che d’ anni apparteva alla sinistra radicale?

Purtroppo abbiamo perso il valore di stare tra la gente, di ascoltarla e di risolvere i lori problemi. E’ quasi vomitevole, vedere un centro sinistra ridotto agli sgoccioli,raschiare il fondo del barile tra  i suoi elettori rimasti misuratamente centristi. La capolista della provincia di Arezzo é una macchietta della politica locale. Vive da anni di politica, si schiera sempre dalla parte dove sa di avere piú possibilitá per arrivare al tanto agognato potere. E poi arrivata a posare le sue terga nello  scranno cosa fa? Nulla!

Parlare delle problematiche del territorio, durante la campagna elettorale non basta, le promesse vanno mantenute, i problemi vanno risolti  e il territorio “frequentato”,non abbandonato a sé stesso, con la sola promessa di rivederci durante la prossima campagna elettorale. Naturalmente, anche questa volta con le liste diligentemente compilate, in Valdichiana non avrá problemi ad arraffare voti. La rappresentante di vallata é una povera bestia sacrificale alla guru della politica. Ma la cosa piú scandalosa che nel partito, nessuno esprime il proprio dissenso.

Allora mi sono chiesta, il silenzio riconosciuto universalmente come d’oro, puó portare a non manifestare il proprio pensiero negativo? Oppure, la paura della sconfitta fa scendere in campo quel terzino maldestro e senza talento che marca ad  uomo a costo di spezzare le gambe all’ avversario? Siamo giunti a tutto questo? Allora ci meritiamo la “punizione”, un  centro destra, composto da ignoranti, negazionisti e fascisti si prenda una regione come la  Toscana rossa?

Mancano due settimane e poi questo sará solo un ricordo, i vincitori si gusteranno lo scranno conquistato con tanta fatica, i perdenti dovranno fare i conti con i propri errori. Gli astenuti si morderanno le mani per non aver votato ed evitato un flagello. Si! In fin dei conti si chiamano elezioni, l’elevazione del nulla dal nulla.

BRANCALEONE DEL CONTADO DE CASTIGLIONE

 

Questa mattina, ho scoperto con grande stupore che il mio comune è fuori dalla UE. Il sindaco Agnelli alias Brancaleone da Castiglione, ha deciso di riporre con poco garbo la bandiera dell’ Unione Europea e lasciare solo il tricolore.

Togliere la bandiera europea dimostra ancora una volta, che Brancaleone Agnelli non riesce a resistere alla sua ossessiva ricerca di visibilità per soddisfare il suo ego sfrenato.

Per sapere che Europa sarà alla fine di questa pandemia non c’è bisogno di gesti gratuiti, come togliere una bandiera carica di significati non solo simbolici.

Aspettiamo le trattative del Governo, di cui Brancaleone Agnelli non fa parte, con gli altri stati che insieme all’Italia si sono alleati in un progetto comune, poi nel caso sarà il nostro Paese a dare la risposta giusta o compiere le azioni necessarie.

Insomma, Sciaboletta Agnelli ancora una volta ha fatto un’ ennesima figuraccia. Non basta saziare il bisogno di essere perennemente in campagna elettorale, ma addirittura un atto così grave non dovrebbe rimanere impunito.

Facendo un giro su internet si fanno interessanti scoperte. Ancora, incontrollata, mi esce una fragorosa risata. Il comune di Castiglion Fiorentino ha vinto un bando europeo, ripeto, ha vinto un bando europeo, ripetizione bis, per i più “tardi”, ha vinto un bando europeo sulla promozione  dei valori europei attraverso eventi sportivi a livello comunale.

Inoltre Brancaleone Agnelli, sostenuto in seconda battuta dal suo fedele scudiero Pecoro Milighetti dichiara:  “L’obiettivo è quello di diffondere i valori positivi dello sport. In questa ottica le organizzazioni che incoraggiano e sostengono gli investimenti nella promozione – ha detto il sindaco Mario Agnelli  – contribuiscono ad integrazione, salute e benessere a livello europeo mettendo a frutto l’input europeo”.

Il Pecoro Milighetti aggiunge:  “per portate avanti una progettualità che possa essere presa da esempio” – ha sottolineato l’assessore Pecoro Milighetti – il nostro comune peraltro ha potuto lavorare in questo senso solo dal 2016 dal momento che negli anni prima era in stato di dissesto. Dunque il risultato è ancora maggiore”.

Questo è il secondo mandato, quindi se la matematica non è un opinione, il primo mandato è iniziato nel 2014. Vabbè, ormai far capire l’elementari regole della matematica a Pecoro Milighetti è impossibile.

Ma torniamo un attimo sul valore di questo bando europeo.

I valori dello sport, integrazione, una progettualità comune… quindi i valori della UE!!!

Fantastico… Tutto il contrario di tutto!!! l’ennesima avventura finata male di Brancaleone Agnelli e i suoi scudieri.

Certo,  questa Europa non mi piace! Non ha assolutamente pensato al benessere dell’uomo, gli interessi finanziari sono passati avanti a tutte le logiche morali e comportamentali da tenere in caso d’epidemia.

Quando nel 1992 fu firmato il trattato di Maastrict, m’immaginavo un Europa unita, scandita da un ritmo economico egualitario. Poi ci fu Schengen, sognando un solo continente, ove l’arricchimento del sapere, passava per ogni nazione e ci cullava con le sue tradizioni.

Sono una inguaribile romantica, ma ancora voglio credere a quest’Europa che accoglie e cresce insieme ai suoi popoli.

Però, è alquanto prematuro parlare di fallimento.

Solo i populisti beceri e ignoranti, “sperano” in una disfatta, per poter acquisire i “pieni poteri” come ha chiesto e ottenuto Orban. L’anticamera della dittatura, vicino a casa nostra. E allora cosa sarebbe successo con il trio Cazzaro verde, occhi belli e l’inutile Tajani (tra l’altro amico di Brancaleone Agnellli) in questo momento di pandemia al governo?

Il cazzaro avrebbe chiesto anche lui “pieni poteri”, come già ha provato ad attuare in tempi non molti lontani.  Il caos si sarebbe insinuato nella nostra vita, visto l’incapacità a governare.

Ma quanto piacciono questi “pieni poteri”… che breccia fanno sul popolo, l’uomo solo al comando…

Un’altro ruolo che deve avere la UE è salvaguardare le democrazie dell’intero continente e sanzionare stati come l’Ungheria, che vivono di fondi europei.

Stasera andremo a dormire più delusi, sopratutto da quando la bandiera europea non sventola al Palazzo Comunale di Castiglion Fiorentino. Quella bandiera che c’univa e ci faceva sentire un po’ più vicini, uniti contro una lotta a questo “bastardo” di virus.

 

#andrátuttoaputtane

PENSAVO FOSSE AMORE, INVECE E’ CORONAVIRUS! Racconto semiserio di un periodo di merda!

Ci chiediamo quanto il coronavirus influirà sulle nostre vite, quanto tutto questo ci cambierà.

Torneremo come prima, forse peggiori di prima. Saremo sempre egoisti, guarderemo il nostro orticello e ce ne sbatteremo del prossimo. Insomma, fondamentalmente, la società rimarrà identica, com’è successo per l’undici settembre 2001, come succede ogni volta che cala a picco un barcone.

In questi giorni sento frasi inquietanti del tipo “ siamo in guerra, non ci sono armi, ma piccoli bacilli!”. Ecco… queste sono le frasi che mi fanno incazzare di più. Mi dispiace deludere i complottisti o i dementi, ma non siamo in guerra. Quando ci sono stati in guerra, nessuno e ribadisco nessuno entra nel supermercato e fa incetta di cibo. Ve lo immaginate il siriano che riempie il carrello di vivande e generi di conforti? Io, con tutta la fantasia che posso avere, non ce lo vedo proprio!

La paura ci attanaglia, a volte ci fa vedere il pericolo anche dove non c’è, se tutti rispettassero le regole, questo sentimento infausto non esisterebbe.

Il silenzio è fantastico, ci fa leggere nei nostri pensieri, ci fa riscoprire emozioni che con la vita di tutti di giorni avevamo accantonato.

Questo per le persone normali, poi ci sono io: il silenzio è un lusso pari ad uno yacht da sceicco.

Ogni mattina mi sveglio con il baccano, perché i ragazzi si preparano per la scuola a distanza. E io illusa, che mi immaginavo il silenzio un po’ alla Johnny Stecchino, quando ho voglia di fare due passi li faccio, quando ho voglia di stare seduto, mi siedo. Faccio parte delle famiglie con figli.

Ogni tanto mi trucco e mi videochiamo con un’amica, per smorzare la tensione, o meglio per farla ridere, visto che non sono proprio una make up artist. Quindi sembro Sbirulino o la copia non conforme delle kardashian.

Ma il coronavirus ha anche lati positivi: siamo diventati tutti salutisti. La gente corre, cammina e fa attività sportiva. A me questa passione per il fitness, non mi ha mai colpito. Lo sport da poltrona lo ritengo essenziale per la sopravvivenza, soprattutto ora. Insomma, per dirla tutta, a me il salutismo è un virus che non ha mai colpito. La persona più “aggraziata” di casa è mio padre. Ultrasettantino, con la memoria di un elefante indiano, fuma come una vecchia ciminiera e appena spenge l’ennesima sigaretta giornaliera, si sente in colpa perché se colpito dal covid 19 ci lascia le penne e la cosa più triste, nessuno potrà presenziare alle sue esequie. Intanto s’è chiuso in casa e si lamenta che il mondo è così per colpa del capitalismo. Reminiscenze delle vecchie riunioni del partito comunista. La vita scorre abbastanza bene, considerando che noi, a Castiglion Fiorentino siamo previlegiati. Basta affacciarsi alla finestra e specchiarsi nelle meraviglie del paesaggio, per scacciare i fantasmi della quarantena.

A proposito di paesaggi, uomini e creazione, qualche domanda me la sono fatta su Dio.

Credo fermamente nella scienza e solo questa ci potrà salvare. Attualmente, meglio non affidarsi agli amici immaginari! Ci vuole concretezza. la conoscenza, con la messa appunto di un vaccino e di farmaci atti a debellare il virus ci salveranno.

L’amico immaginario non scenderà e se lo farà, sarà solo nei nostri sogni. Mi dispiace per chi crede, ma pregare non sarà la soluzione ottimale.

La quarantena è lunga e la libertà è ristretta. Con semplicità, qualche pensiero su di essa nasce schiettamente.

Penso a chi la libertà non l’ha mai conosciuta, chi ha lottato per ottenerla. Pensate alle migliaia di persone che scappano dalle loro case per ritrovarla, per assaporarla. Discorso un po’ buonista, già vedo in prima linea i fautori dell’affondiamoli tutti, con i conati di vomito. Tic-tac, tic-tac fa l’orologio a muro e poi spunta il cucù che ci dice che tutto è finito. La nostra non-libertà è a tempo, ma anche sottoposta a quella degli altri. Benedetto Croce diceva: la libertà al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale. Non c’è d’aggiungere altro, il Benny era avanti! Quindi, quando tutti capiremo che bisogna stare a casa, la nostra libertà tornerà quella di prima. E anche gli amanti si potranno riunire in amplessi fantastici, dettati dall’astinenza.

E’ stata una bella prova per l’umanità. Chi l’ha combattuta avendo dalla parte Dio, chi, come me la combatte con il cinismo e l’ironia. Torneremo a sognare ad occhi aperti, passeggeremo nelle nostre splendide spiagge. Dobbiamo solo saper aspettare. Il

mondo ha deciso di prendersi una pausa dall’umanità sciatta, si sta riappropriando dei propri spazi e noi siamo spettatori inconsapevoli di questo spettacolo.

Penso a quando rileggerò questo testo, sicuramente mi chiederò risuccederà di nuovo? La risposta è molto semplice: rispettiamo la natura, come una madre, nutriamola, ma senza modificarla. Così non succederà più che gli amanti non si possono abbracciare per giorni.

IPOCRISIA PORTALO VIA.

Stasera un telegiornale locale ha intervistato il sindaco di Castiglion Fiorentino sulle tematiche che stanno scaldando questo freddo inverno, il decreto sicurezza a firma Salvini. Già la notizia ha del comico, perché senza nessuna competenza, il nostro premier elargisce pareri in tema di sicurezza. Anche se per un periodo Castiglion Fiorentino era la succursale del Bronx a detta di Agnelli, crimini, scippi ecc ecc non sono proprio all’ordine del giorno. Ma torniamo a noi. Il sindaco appoggia e approva il decreto di Matteuccio suo e condanna i sindaci dissidenti ad applicare la legge. Ma che cosa sta dicendo? Perché ha la memoria così corta? Nonostante l’aspetto giovanile avrà qualche problema senile di memoria? Torniamo ad un paio di anni fa.. Finalmente dopo tanti anni e lotte politiche l’Italia si sveglia più civile, una legge che tutela le coppie di fatto sia eterosessuali che omosessuali. Mentre l’Italia civile gioisce, il sindaco Agnelli iniziava il suo teatrino. Raccomandava a tutti i sindaci di non celebrare le unioni gay, invocando l’obiezione di coscienza. SCACCO MATTO CARO SINDACO! Come lui si proclamava anti unioni civili, perché i sindaci anti decreto sicurezza non possono disobbedire a Salvini? Insomma la legge d’ applicare ha due pesi e due misure secondo Agnelli? Lui poteva obbiettare e disobbedire De Magistris & co. non possono, sennò diventano anticostituzionali, antitaliani ecc ecc? Vorrei ricordare che si definiva il sindaco di tutti, ma tranne degli omosessuali, degli immigrati, dei sinistroidi e persone mentalmente aperte. Quindi la fetta del suo elettorato si ristringe. Ho voluto scrivere questo mio libero pensiero, per ricordare ai miei concittadini che le strumentalizzazioni, così come le bugie hanno le gambe corte. Non dovremmo mai dimenticare che le parole hanno il loro peso… nel 2019 non possiamo festeggiare il capodanno ideologico del 1938!

SOGNI DI SINISTRA

“Non possiamo essere la classe dirigente ricca in un Paese povero”

E’ giusto incominciare da qui. Una frase di Thomas Sankara grande leader africano ucciso dagli stati così detti occidentalizzati.

Ritornare alle origini per sconfiggere una politica ormai troppo lontana dal proletariato. Da quella gente che la mattina si alza per guadagnarsi il pane, che lotta ogni giorno per la sopravvivenza e per non far mancare nulla ai propri figli. Due giorni di full immersion con i candidati alle primarie del pd mi hanno portato a pensare che il pd non è un partito pronto per far tornare alle urne le classi lavoratrici del paese. Tra i volti in sala si scorgevano esclusivamente i liberi professionisti di una piccola cittadina slow dell’italia centrale. La gente che ce l’ha fatta. La villetta a schiera nel quartiere più prestigioso della città, il labrador che impeccabilmente fa bella mostra nel giardino, la mercedes nel vialetto di casa e la moglie che vota a sinistra ma odia gli extracomunitari fuori dal supermercato perché inevitabilmente la disturbano mentre parla al telefono con l’estetista per la depilazione totale.

C’è tanto da riformare prima che la classe operaia (e scusatemi l’ardire di chiamarla ancora così, forse sono demodè) torni a votare per un partito come il pd.

L’isolamento e l’aliezione mentale della politica di questi anni ha allontanato gli aventi diritto al voto lontano dalle urne e dai luoghi dove la politica si dibatte. La prima serata è stata dedicata ad il ministro Orlando. Incomincia con il chiamare i partecipanti “compagni e compagne”. Direi che ha incominciato davvero bene e le speranze si accendono come un lume ad olio durante la notte dei tempi. Ma la fiamma si affievolisce velocemente. I contenuti politici sono buoni, a tratti un po’ utopistici e il carismo di Orlando lascia al quanto desiderare. Sono certa che il ministro ci crede in ciò che dice e vorrebbe attuarlo. I poteri forti saranno pronti ad un evoluzione politica che svolta decisamente a sinistra? Con Orlando il pd perderebbe i voti dei così detti moderati e questo porterebbe uno scompenso percentualistico non indifferente. Seconda serata, altro candidato. Stavolta ci sono i renziani nel palco. Renzi non si è presentato ma il suo staff altresì chiamato giglio magico era in prima linea per difendere la mozione Matteo. Lingotto 2017, un evoluzione nel quadro politico. Tutti entusiasti e sorridenti, l’effetto leader carimastico ha fatto di nuovo centro e sia dal numero dei partecipanti che dall’entusiasmo si evince con chiarezza che Matteuccio il toscano farà strage alle primarie e mangerà in un sol boccone gli avversari.

Renzi, colui che mette d’accordo tutti è il leader di un centro-sinistra ormai duramente colpito dai sondaggi.

E Angelino Alfano? Non partecipa direttamente alle primarie, ma già si è preparato per la vittoria di Renzi. Ha cambiato il nome del suo partito da nuovo centro destra ad alternativa popolare. Pronto per un alleanza elettorale con Matteuccio. Ed ecco che si ripropone come il cotechino a capodanno la vecchia politica di alleanze con chi ha nulla da condividere con un partito di centro sinistra. Naturalmente il popolo non si avvicinerà a questo partito che strizza l’occhio a personaggi alquanto deprovevoli come il già citato Alfano e l’evergreen dei tribunali Verdini. Aspettando di concludere questa tornata delle primarie, ascoltando anche Michele Emiliano, Il dispiacere invade il popolo del pd, che ancora ha voglia di dire la sua nel panorama sia locale che nazionale. Un popolo che si deve arricchire ascoltando la gente comune, che della partecipazione alle sezioni ne fa il suo vanto principale. Il vero moto di cambiamento deve ricominciare dalle basi dettati dai grandi politici come Berlinguer e Moro. Ma questa classe dirigente ha davvero voglia d’intraprendere un cammino così profondo di cambiamento o preferiscono la sopravvivenza dei sondaggi?

Ai posteri ardua sentenza, come diceva Alessandro Manzoni.

 

NOSTALGIA CANAGLIA

Oggi mi sono fatta un giretto virtuale all’interno della pagina facebook del rinato partito comunista. E’ si.. ogni tanto la nostalgia dei tempi che furono mi da quel pizzico di coraggio per leggere cos’è diventato oggi il comunismo casereccio.

Aprendo la pagina principale saltano subito agli occhi tutte quelle falci e martelli sventolanti e tanti pugni alzati, ma andiamo oltre.

Ancora mi frega la nostalgia, scorro i post, leggo gli articoli e affamata del passato spulcio ogni virgola, cercando ancora la voglia di crederci.

Non mi fermo, freneticamente ripenso a Berlinguer, alle copie de L’Unità posate sopra alla vetrina di cipresso di mio nonno.

Ora basta nostalgia canaglia!! andiamo ai contenuti.

Un accozzaglia di notizie sorprendenti: i licenziamenti alla Piaggio, nonostante gli introiti elevati, il Mc Donald’s che sfrutta i suoi dipendenti, il “complotto” sulla chemioterapia e per finire guardo il “rifondatore” di questo partito.

Marco Rizzo!!! tremo sulla sedia e il mio culo sta precipitando nel pavimento di cucina e non per causa della mia presunta flaccidità.

Ma se digito su google Marco Rizzo vitalizio cosa mi risponderà?

Non apro neanche l’articolo del Il Giornale perché la fonte non è attendibile. Decido, eroicamente di leggermi un trafiletto de L’Espresso con il titolo molto chiaro.

“Marco Rizzo si lamenta per il suo vitalizio di 4500 euro dopo  vent’anni da parlamentare”! Sento un mancamento  che mi sta portando ad una sincope ideologica.

Ho sempre avuto una spiccata idiosincrasia per questi personaggi che predicano la parità sociale e poi l’avidità personale prende il sopravvento.

Come si può alzare il pugno al vento davanti agli operai che dopo 40 anni di lavoro la loro pensione rasenta i mille fottutissimi euro?

Cosa dirà suo padre, operaio della mirafiori, del figlio che predica bene e razzola male?

In un istante mi rendo conto che questi nuovi “compagni” ci vogliono vendere un “prodotto” scadente e solo con slogan sfavillanti, per innalzare e mascherare la scarsa qualità.

Torno nel torpore invernale della mia utopia, aspettando tempi migliori. Sognare non costa nulla e così tornerà presto l’estate, carica di questa nostalgia canaglia.

SI O NO…

Si o no? Il dilemma apoplettico di questi giorni ci infligge come punizione della divina ignoranza dibattiti televisivi, cattiva informazione e pubblicità regresso. Il referendum costituzionale ha solo un interrogativo: volete Renzi oppure no? Un quesito quasi biblico: Barabba o Gesù?

La satira politica si scompone con grande carattere, il si e il no vanno di pari passo con i migliori esponenti comici nazional popolari.

Ma la satira più pungente è rappresentata dai politici. Quindi non ci stupiamo se un giorno sentiremo il commento di un faccendiere della politica gridare “oggi piove, dovete votare no!”.  Ormai anche il meteo è in preda a Renzi e non escludo una divisione delle acque tra Scilla e Cariddi, per abbreviare e facilitare la costruzione dell’ormai famigerato e tanto populistico ponte sullo stretto.

Finalmente ho scoperto anche l’arcano di berlusconiana memoria: Silvio antenna pazza voleva il ponte per far arrivare prima i cavalli da Palermo.

Penso già alla Boschi, nei suoi tailleur color pesca, macchiati dal mascara, sciolto dal pianto ininterrotto della vittoria del no.

Rosy Bindi è indecisa e ormai fa solo uso su prestito della Binetti del cilicio, per schierarsi dalla parte giusta.

D’Alema non porta più a pisciare il cane, perché deve rientrare dalla porta secondaria, quella con il maniglione anti-panico. Naturalmente voglio precisare che il cane di D’Alema piscia nei vari caravanserragli che Massimo tocca per una breve sosta con la carovana del no.

Il no del pd ha i caravanserragli, perché rappresentano il vecchio, mentre il movimento cinque stelle ha gli autogrill, il nuovo che avanza con lo scooter.

Il camerata Di Battista, con i suoi capelli al vento, prima di scendere dallo scooter che automaticamente scoreggia no dalla marmitta, si sistema i suoi bei capelli, tira un bacio allo specchietto un po’ alla Fonzie e scende per affrontare la folla che lo acclama tipo Giorgio di Uomini e donne.

Forse la De Filippi dovrebbe fare un pensiero sull’entrata del tronista Di Battista in trasmissione, farebbe meno danni che in politica e comunque non possiamo lasciarlo solo, quindi Di Maio potrebbe partecipare al programma spazzatura senza avere il pensiero dell’ e-mail che leggerebbe la redazione.

Insomma di tutto si parla, ma meno che di referendum. Meglio così, sennò i sondaggisti a cosa farebbero?